giovedì 3 marzo 2011

Letture per il tempo libero

____
Ai nuovi e vecchi lettori: ricordo che i post marchiati con il "bollino di qualita' "(lol) sono quelli curati da mamoru, gentilmente ospitati dal padrone di casa, Luca da Osaka. Pregando che dopo questo post la suddetta casa non venga bruciata da individui di dubbia provenienza e/o affiliazione.....


Con il post di oggi mi permetto di consigliare un libro che ho letto diversi mesi fa e che, a mio modesto avviso, da' molti spunti di riflessione e di approfondimento sul ura shakai (裏社会): il mondo del crimine giapponese. E non solo su quello.

Il libro si intitola "Tokyo Vice", e' scritto da Jake Adelstein che racconta alcuni episodi della sua carriera a servizio dell'edizione giapponese dello Yomiuri Shinbun nel periodo tra il 1992 e il 2005, continuando poi con l’investigazione sul traffico di esseri umani in Giappone sponsorizzato dal dipartimento di stato USA, fino al 2008 con la pubblicazione sul Washington Post dell'articolo che rendera' di pubblico dominio il trapianto di fegato ricevuto da Tadamasa Goto in una clinica negli Stati Uniti grazie ad un accordo con l'FBI.


Tadamasa Goto era il reggente del Goto-gumi una fazione dello Yamaguchi-gumi (山口組), la piu' grande, con oltre 40.000 affiliati, delle tre principali organizzazioni criminali giapponesi (assieme a Sumiyoshi-kai e Inagawa-kai). Il libro si apre con un breve prologo (intitolato "10000 sigarette") che racconta l'incontro tra Adelstein, accompagnato dall'amico detective Sekiguchi, e due emissari di Goto che gli propongono un "accordo":

"... o cancelli la storia o noi cancelliamo te. E magari pure la tua famiglia. Ma prima ci occupiamo di loro, in modo che tu abbia imparato la lezione prima di morire."

A quel punto l'autore decide di averne le tasche piene delle notti insonni, delle sbronze coi colleghi, della moglie Sunao (ex giornalista conosciuta sul lavoro) costretta a crescere i due figli da sola e, soprattutto, di Goto e sui uomini.

" Fatto." rispondera' " ...non scrivero' la storia...sullo Yomiuri."

Ma dietro consiglio dell'amico-detective non mollera' del tutto ed andra' avanti nell'inchiesta sul trapianto, perche' della parola della Yakuza non ci si puo' fidare e se Goto si era scomodato probabilmente aveva paura della verita' che sarebbe potuta emergere.
La narrazione fa un balzo indietro e con il 1992 inizia la prima delle tre parti centrali del libro : "il sole del mattino", seguita da "la giornata lavorativa" e "il tramonto".

**SPOILER WARNING** (parti del libro rivelate di seguito)

L’autore scrive con uno stile piacevole ed informale, non mancano i momenti di (auto)ironia nonche’ situazioni abbastanza “comiche”; come l'esordio di Adelstein nel giornalismo nipponico, da studente della Sophia University alla bislacca idea di partecipare alle selezioni per un posto di lavoro allo Yomiuri Shinbun [1], che lo portera’ prima a passare gli esami scritti e poi a sostenere una serie di colloqui.
[…]
"Lei e' ebreo vero?"
"Si, nominalmente"
"Un sacco di gente in Giappone e' convinta che gli ebrei controllino l'economia mondiale. Cosa ne pensa?"
"Lei pensa che se gli ebrei controllassero l'economia mondiale farei domanda per un posto da reporter qui? So qual e' la paga del primo anno."

[…]

Tuttavia il libro e’ fatto per lo piu’ di contenuti scomodi, che potrebbero far passare l’appetito.

Troviamo, ad esempio, il caso di Lucie Blackman, una ragazza inglese che lavorava in nero come hostess e che venne trovata dentro una cava, smembrata e con la testa incementata. Il sospettato no.1 e’ oggi in galera: si tratta di Joji Obara, che aveva l’hobby di girare per locali notturni, dove invitava belle donne (giapponesi e non) a “vedere il mare”: poi le drogava e mentre erano incoscienti le violentava, riprendendo la scena su 8mm. Formalmente non sono mai riusciti a trovare elementi di connessione con la Blackman, ma probabilmente la scomparsa della ragazza e’ stata la molla che ha permesso di fermare l’uomo dopo 10 anni (accertati) di attivita’ criminale.[5]

Un altro caso e’ quello del racket di prostituzione negli strip club di Roppongi: a seguito di una soffiata di una prostituta, Adelstein si viene a trovare nel bel mezzo di un traffico di donne europee che vengono portate in Giappone con la promessa di fare le accompagnatrici per ricchi industriali e si ritrovano senza passaporto, senza visto e con i famigliari minacciati di morte, a fellare (e altro) i clienti per 9 ore al giorno per l’equivalente di 100$ a giornata, da cui ne venivano detratti 75 per pagare viaggio, vitto, alloggio, vestiti ed altri “debiti rimborsare” che arrivavano a toccare i 40.000$ totali.

Il tentativo di far intervenire la polizia cade nel vuoto “troppo complicato” dissero. Il Giappone al tempo non aveva norme contro lo sfruttamento ed il traffico di esseri umani, inoltre serviva la testimonianza di una delle donne, ma essendo lavoratrici illegali sarebbero state arrestate dall’immigrazione ed espulse. Forse avrebbero trovato violazioni della legge antiprostituzione, ma i gestori dei locali se la sarebbero cavata con poco. Ne seguirono articoli al vetriolo sullo Yomiuri ( come “Giappone: il regno del traffico di esseri umani?” [2]) che fece incazzare in un solo colpo NPA, MOJ e MOFA.[4]

Il filo conduttore del libro, rimane il crimine organizzato ed i suoi tentacoli che abbracciano tutte le attivita’: da quelle illegali (gioco d'azzardo, spaccio), a quelle semi legali (intrattenimento, industria del sesso) passando per la contaminazione delle attivita’ legali (borsa e societa’ quotate).

Un capitolo e’ dedicato al “Re degli strozzini” di Tokyo (Kajiyama Susumu) che riciclava milioni di dollari con uno schema impressionante: agenzie che prestavano denaro a tassi reali di usura (fino a spogliare il “cliente” di tutti i propri beni), immobiliari che piazzavano gli appartamenti sul mercato e soprattutto gli impiegati del gruppo (SK Finance) che passavano le ferie in particolari ryokan, venivano indirizzati in specifici “sex parlor” e venivano istruiti per fare “donazioni” ad uno specifico “gruppo religioso” creato ad hoc: il tutto controllato dal Goryokai, affiliato allo Yamaguchi gumi. Una lavanderia gigantesca e bene organizzata, con tanto di dipartimento IT attrezzato con le ultime tecnologie. Senza contare le connessioni con un casino' di Las Vegas su cui venivano fatti transitare (via Tokyo) molti soldi o la compiacenza delle banche ed i finanziamenti (alla luce del sole) a politici come Shizuka Kamei , meglio noto come ministro nel governo Hatoyama.

Ecco, l’organizzazione e la ramificazione appaiono come un altro tema forte del crimine organizzato nipponico, come per la contro intelligence: viene citato un caso di un raid della polizia in una sede di un gruppo criminale [3] in cui trovarono una parete coperta di fotografie di poliziotti e loro famigliari con nomi e recapiti. Inoltre la yakuza ha propri uffici legali ed in alcuni casi ex pubblici ministeri e poliziotti che offrono i propri servizi per trovare nuovi modi di aggirare le leggi e le procedure delle forze dell'ordine.

**SPOILER WARNING END**

Recentemente si e' cominciato a contrastare le organizzazioni criminali con piu' serieta' e nel 2010 lo yamaguchi gumi ha accusato il colpo, ma e' ancora presto


All’inizio del libro c'e’ come un tuffo in tempi che appaiono oggi lontani: pochissimi cellulari, giornali cartacei con edizione mattutina e pomeridiana, internet ancora poco utilizzato. Un lavoro, quello del giornalista fatto di contatti e di favori reciproci, di visite a casa dei detective fino a sera tarda etc....

Adesso l'autore vive con la famiglia negli US e fa la spola con il Giappone (dove collabora con la NG Polaris contro lo sfruttamento dei minori): durante i suoi spostamenti interni si avvale di un ex Yak che gli fa da autista-guarda spalle (e spesso vengono fermati dalla polizia e gli tocca chiarire l'equivoco").

Ci sarebbe talmente tanto da dire, ma mi sono accorto di quanto ho scritto e spero che la muraglia di testo non vi impressioni troppo. Inoltre ho fatto un po' di tagli ed e' probabile che piu' che un testo coerente sembri un flusso di coscienza.... XP

Per chi fosse interessato a reperire il libro lo trova a 10 euro/1100 en su amazon (it e jp).

2009 - 390 pagine - Inglese

http://www.amazon.co.jp/Tokyo-Vice-Jake-Adelstein/dp/1849014647/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1299211012&sr=8-1

http://www.amazon.it/Tokyo-Vice-Jake-Adelstein/dp/1849014647/ref=sr_1_4?ie=UTF8&qid=1299211708&sr=8-4


-----

1 Selezione che passera' diventando il primo seisha'in americano in forza al giornale giapponese

2 Adelstein dice che quel titolo venne lasciato passare con la complicita' di una bottiglia di sake’ da 8000 yen. L'equilibrio tra i club della stampa interni ai comandi di polizia ed i poliziotti si basa sul tacito accordo di giocare a carte scoperte, ogni colpo di testa viene "punito", con l'esclusione dalle anticipazioni e dal flusso di informazioni controllato dalla polizia stessa.

3 Si apprendera’ poi che molti raid sono concordati e comunicati dalla polizia allo stesso gruppo criminale con giorni di anticipo, a volte con gli stessi yak che preparano le scatole di documenti che la polizia portera' via (alla presenza della stampa anch'essa avvisata per tempo).

4 Agenzia nazionale della polizia , Ministero della giustizia e ministero degli affari esteri

13 commenti:

  1. Eh si, pare che su questo punto tra italiani e giapponesi possiamo veramente stringerci la mano...speriamo che lentamente le cose possano cambiare, ma ho seri dubbi.

    danieles

    RispondiElimina
  2. Questi racconti mi fanno venire in mente il nostro amato premier

    RispondiElimina
  3. Da Italicus:

    Libro da leggere,dunque. Non per far la ninna nanna ai pargoletti.
    Se non altro è ancora reperibile,no? Incendi dalle parti di qualche stamperia,non ancora?
    Stampato pe' tipi di...?
    Beh,tanto per aumentare le comuni conoscenze in materia di gruppi etnici e tresche della società "in", con gli Ebrei i Giapponesi condividono molte peculiarietà: sono entrambi figli direttamente eletti di un dio,non era così? Noialtri siamo figli di persone normali,e normalmente umane per di più! Ma ci si accontenta lo stesso,non è vero? Alla faccia dei figli degli dei però! Pensa se erano figli di gente qualsiasi codesti Yakuza,che roba veniva fuori! Son figli di Amaterassu e quindi si contengono nei limiti, vabbè va!

    Sì sì, dopotutto ri-diciamoci che siamo tutti uguali,tutti ben ominati e bellini bellini. Con le eccezioni del caso ove si voglia saperne di più,e per separare tante storie nella Storia.

    Certo ,non mi risulta che in famiglia,senza risalire tanto più in là di due generazioni, si credesse di essere figli diretti di qualche divinità. Ma qui mi dilungo ed esco dal seminato...No perché mi rivien in mente quel libro segreto sulla classe sociale detta "burakumin"(Eta) e mi verrebbe di spaccarlo ,se lo trovassi, in qualche testaccia rotondoccia di chissa quale dirigente industriale. Quel libro su Amazon non è reperibile? Ma anche qui faccio come la Berta che poggiava a sinistra e l'aratro non solcava come avrebbe dovuto...

    Grazie per la segnalazione e per la breve antologia in merito!

    Leggeremo leggeremo..Se lo leggo!!

    RispondiElimina
  4. un post veramente molto interessante!

    RispondiElimina
  5. Non pensavo che anche il Giappone potesse avere una propria mafia così radicata nel paese e legata con il potere politico...leggendo su wiki,la yakuza sembra quasi una organizzazione "legale"..
    Sig. Mamoru le vorrei porre una domanda (sperando che non sia troppo stupida):
    per i viaggiatori che vorrebbero visitare in maniera più approfondita il paese, potrebbero esserci problemi di sicurezza?
    Reputavo, prima di informarmi qui (anche con articoli precedenti), il giappone un paese sicurissimo e dove le leggi sulla criminalità venivano applicate sempre, mentre l'italia un paese dove la criminalità è all'ordine del giorno (non in tutte le zone, ma in molte).
    Ringrazio.
    Saluti Lallo.

    RispondiElimina
  6. Lallo sono stato molte volte in Giappone da turista e non mi è mai successo nulla...però i dati sembrano dire che a livello di crimini siamo più o meno messi uguale.
    La mia sensazione è che li non ci sia una microcriminalità (furto, rapine, aggressioni) così diffusa come nelle nostre città, però non avendoci mai vissuto non posso dirlo con certezza.

    danieles

    RispondiElimina
  7. Ho letto il libro qualche tempo fa.
    Un altro esempio di come il Giappone abbia molti scheletri nel armadio.

    Sul discorso rischi per i turisti i rischi sono bassi ma una ragione c`e`, semplicemente criminano in modo diverso epoi dai un fottuto turista gira con carte di credito mentre un giapponese medio con unpacco di soldini nel portafoglio. chi conviene scippare?
    Inoltre lo straniero sicuramente reagisce e ti mena loro la pensano cosi.
    Al massimo come straniero maschio ci si puo imbattere nella truffa della tipa che si lascia portare a letto con successivo arrivo di amici che ti ricattano chiedendo soldi oppure chiamano la polizia ecc.
    Ma e` da un po che non sento questa storia.
    Comunque per il turista i rischi sono quasi nulli.

    RispondiElimina
  8. Eh, almeno una volta c'era lo Shogun Mitsukuminito ceh girava il paese XDXDXDXDXD

    Scherzi a parte un libro davvero interessantissimo (la risposta al colloquio è impagabile).

    RispondiElimina
  9. Ciao, posso dirvi con certezza che attualmente il libro è in fase di traduzione in italiano.
    Ciao
    Alberto

    RispondiElimina
  10. ottima notizia, grazie Alberto!

    danieles

    RispondiElimina
  11. Hei come va???
    Il grande pesce gatto si è ri-svegliato,
    scusate la sdrammatizazione.
    Fateci sapere come state e che succede!

    RispondiElimina
  12. Ragazzi come state?
    Spero di avere presto vostre notizie.
    Lallo

    RispondiElimina

I commenti sono liberi e senza moderazioni perciò in generali il commento passa in automatico ma potrà essere segato se:
-Spam
-Offensivo o sfondo sessuale
-OT

Si avvisano inoltre gli anonimi che anche a loro è permesso commentare ma in questo blog abbiamo un sistema gerarchico basato sui contributi nei contenuti. Un utente conosciuto e accreditato verrà trattato come un essere umano e avrà diritto a uscite anche antipatiche ma gli utenti nuovi e anonimi sono pregati di leggersi il blog prima di attaccarmi per un singolo post o una piccola serie. Nel caso degli anonimi essendo anonimi saranno considerati sempre dei nuovi arrivati. Il loro stato di anonimato li mette già nella condizione di essere considerati dei Troll. Avranno la loro possibilità di commentare ma nel caso risultino antipatici al sottoscritto verranno presi a pesci in faccia perché anonimi. Quindi suggerimento ai lettori nuovi arrivati, evitate l`anonimato basta un Nick mica altro e fatevi conoscere con dei contributi intelligenti allora le vostre parole saranno prese in considerazione anche quando mi attaccate.